CONTROVERSIA 1
Roberto Prisco
apre la controversia
La Chiesa Cattolica, su
iniziativa degli organi a ciò preposti, ha dato inizio al lungo e complesso
procedimento che potrebbe portare alla beatificazione di Gilbert Keith
Chesterton. Spero che nessuno ritenga una forma di superbia o di interferenza se
non sono certo di ritenere desiderabile che il procedimento termini
positivamente.
Sgombro subito il terreno
dal problema della accettabilità da parte della Chiesa. I problemi che
potrebbero sorgere a causa dei suoi rapporti con la madre, l’alcol,
l’ebraismo, o della sincerità della sua fede non mi toccano, è compito della
Chiesa appunto attraverso il procedimento iniziato accertare i fatti e valutare se ostacolino la
causa di beatificazione. E’ doveroso comunque ricordare l’aspetto della sua
vita che potrebbe essere evidenziato positivamente e presentato come esempio e
cioè la tormentata vita coniugale. Della quale stranamente non parla quasi
nessuno.
Ma
come dicevo della desiderabilità della sua beatificazione da parte della Chiesa
non mi occupo; organi competenti a farlo stanno studiando la sua biografia, gli
scritti, le testimonianze ecc.
Collegato con questo è
il timore che una volta beatificato non venga più letto dai non cattolici che
per i loro pregiudizi lo rifiuterebbero in toto; verrebbe a cessare in questo
caso la possibilità che la lettura delle opere di Chesterton svolga una funzione di avvio al realismo
utile anche per i
non credenti.
Riguardo a questi
pregiudizi laicisti riporto da Alsdair MacIntyre “La filosofia di Edith Stein soffre di un
altro considerevole svantaggio nella considerazione che ne hanno i filosofi
accademici contemporanei, americani ed europei. Edith Stein è una santa,
canonizzata dalla Chiesa Cattolica. Tra i pregiudizi della maggior parte dei
filosofi c’è la diffusa opinione che i criteri per stabilire se qualcuno sia
un buon filosofo sono diversi da quelli utilizzati dalla Chiesa Cattolica per
canonizzarlo, il che peraltro è vero; [... ] Insomma, se è già abbastanza
difficile convincere un filosofo a interessarsi di Edith Stein, molto più
complesso è persuaderlo a prendere sul serio Santa Teresa Benedetta della
Croce, Carmelitana scalza.”
Possiamo umanamente ritenere che questi pregiudizi si ripeteranno anche a proposito del nostro e questa sarà anche una conseguenza di quella attività agiografica che temo ed a cui ho accennato prima.
Alsdair MacIntyre: “Edith Stein Un prologo filosofico 1913-1922” EDUSC ,
Roma, 2010 pagina 44
Questa pagina è aperta ad accogliere interventi sia a favore sia contrari. Le osservazioni e gli interventi vanno indirizzati a: roberto.prisco@chesterton.it
INTERVENTI
Alessandro Cortese (a cui sono debitore della citazione da Mac Intyre)nello stesso 9 novembre pone la questione in due punti:
a) la beatificazione è una questione che spetta alla Chiesa e che dovrebbe essere indipendente da considerazioni di altra natura, che non siano la personale santità della persona interessata. Pertanto se GKC sarà elevato agli onori degli altari, ne sarò contento (forse un po' meno lui, che forse ne riderebbe).
b) [dopo aver fatto riferimento ai casi di Tommaso d’Aquino, Newman e Rosmini
aggiunge]
direi che la canonizzazione di un pensatore fa bene, nel caso in cui ci sia un'ostilità o una qualche resistenza interna alla comunità ecclesiale.
Ma questo non mi pare il caso di Chesterton. Quindi sono d'accordo con te: la fortuna di Chesterton avrebbe da subirne da una canonizzazione. La sua capacità di parlare a tutti con le armi della ragione e del paradosso (che è un concentrato di ragione) ne risentirebbe. E sicuramente ci sarebbero agiografie che incensandolo, semplificherebbero troppo la sua vita.
RP Risponde: perfettamente d’accordo sul punto a), per quanto riguarda il punto b) trovo stimolante l’osservazione riguardo l’ostilità.
In sostanziale accordo anche Bruno Maffezzoli che sempre il 9 ha scritto:
Mi sembrano perplessità
sull'opportunità e non sul "merito".
Anche a me stupisce "addirittura la beatificazione" ... bisognerebbe
conoscere le motivazioni della proposta per capire meglio e giudicare.
là del visibile che non sempre dice tutto; ci vogliono dei riscontri
oggettivi per giudicare. Non per niente è un processo (e quello male non
Sugli esiti del processo
... a volte è bello lasciarsi stupire, visto che la
realtà quasi sempre ci supera, quando non ci precede.
RP quindi finora
tutti ci affidiamo alla Chiesa per quanto riguarda la santità di GKC in sé, ma
abbiamo qualche dubbio sul fatto che porti vantaggio dal punto di vista della
diffusione del suo pensiero.
Cesare Surano (11 novembre) sposta sul
Condivido le tue
perplessità in gran parte per i motivi che tu adduci. Lasciata
doverosamente alla Chiesa la competenza che la riguarda, mi preoccupa in primis
la quasi scontata montatura agiografica, improvvisata o meno, che deriverebbe
dalla beatificazione del nostro. Purtroppo viviamo in un periodo storico tragico
in cui domina il "politicamente corretto" in ogni senso e in ogni
campo. Non esiste quasi più una valutazione critica, almeno in parte
scientifica, dei fatti, delle cose e delle persone.
RP Il problema quindi non sarebbe soltanto su cosa si potrebbe dire di GKC ma la
sopravvivenza di una cultura libera.
Fabio Trevisan ha
inviato un articolato intervento nel quale conferma la nostra impostazione di
base e dal quale traiamo la seguente provocazione radicalmente pessimista
Negli ultimi tempi ho
visto un mondo cattolico confuso, più attento a non disturbare che a sollevare
legittimi interrogativi. Ho visto poca libertà, attenzione a piacere più che a
provocare discussioni. Spero solo che il mondo
RP: giunti a
questo punto possiamo dichiarare di aver fatto un primo passo; possiamo dire
intanto che l'argomento in discussione è diventato più precisamente:
"La ricezione del
pensiero di GKC nella Chiesa e fuori della Chiesa sarà favorita o sfavorita
dalla beatificazione di GKC?"
Finora abbiamo ricevuto
soltanto risposte negative, qualcuno pensa diversamente? Solo dopo un confronto
libero e deciso possiamo dire di essere veramente convinti di mantenere o
cambiare previsione.
Marco Sermarini
interviene con una lunga lettera nella quale esamina con attenzione e
documentazione problemi che non sono toccati dalla controversia sollevata in
questa pagina. In massima parte tratta del problema della santità di GKC, che
qui non viene trattato essendo di competenza della Chiesa. La Chiesa ha fissato
procedure, organi, criteri per arrivare a riconoscere la santità delle persone.
Deciderà. Spero che lo scritto di Sermarini, preciso e ricco di riferimenti e
di testimonianze possa essere ospitato sul blog della SCI in modo che tutti
possano leggerlo.
Lo stato della
controversia era giunto a:
RP: In positivo
questo viene ad affermare che facendo riferimento agli atti ufficiali del
processo si potranno risolvere quegli aspetti controversi della sua personalità
che sono ancora dibattuti.