i Giovedì - Gruppi Chestertoniani Veronesi


Dialogo con Giuseppe Colombo
   

         

        

Medaglia d'oro al miglior giallo

4° Il chiostro di padre Brown

Il vivace ritratto
Come lo studente di Cambridge aveva rinchiuso padre John O’Connor in un chiostro religioso, così G. K. Chesterton rinchiude padre Brown nel chiostro del suo corpo, del suo abbigliamento e della sua goffaggine. Ecco come ce lo presenta il suo creatore in L’assenza del signor Glass.
In questa novella,per la comicità del caso, due opposti si incontrano: il grande scienziato Orion Hood che, lo vedremo, è la parodia di Sherlock Holmes, riceve per un consulto nel suo studio padre Brown…
Era una piccola figura goffa e insignificante, ed era tanto impacciato col suo cappello e l'ombrello in mano, quanto avrebbe potuto esserlo con un pesante bagaglio. L'ombrello era un nero e prosaico fagotto al di là di ogni possibilità di restauro; il cappello pure nero dalla larga tesa incurvata, come usano a volte portarlo i preti inglesi; e l'uomo la vera personificazione della semplicità e della dabbenaggine.
Il dottore guardò il nuovo arrivato con uno stupore contenuto, quale avrebbe potuto mostrare se qualche enorme, ma inoffensivo mostro marino fosse strisciato nella sua stanza, mentre il visitatore guardava il dottore con occhi lustri e quasi senza respiro…
Il cappello del nostro uomo rotolò sul tappeto, il pesante ombrello gli scivolò fra le ginocchia; stese la mano per afferrare il primo, si curvò a raccogliere l'altro, mentre con un inalterabile sorriso della sua faccia rotonda, parlava come segue:

Il mio nome è Brown, la prego scusarmi. Io vengo per quell'affare dei MacNabs. Ho sentito dire che Lei spesso aiuta le persone che si trovano in tali frangenti.
Per dare o negare il suo aiuto il grande scienziato chiede spiegazioni:
Oh questo è della più grande importanza – …

Sappia che la madre della ragazza non vuole che essi si sposino.
E si appoggiò alla spalliera della sedia, raggiante per la ragionevolezza del suo argomento.
Vede, essi desiderano sposarsi – disse l'uomo col cappello da prete. – Maggie MacNab e il giovane Todhunter desiderano sposarsi. Ora, che cosa può esservi più importante di questo?

Non un omicidio, ma un matrimonio: nel romanzo giallo entra il romanzo rosa: un rosa a volte sbiadito, a volte acceso come il rosso dell’amore.
Faccio notare che questo racconto è incluso in La saggezza di padre Brown, 2° vol. dei racconti, anno 1914: e Chesterton ha già dedicato due suoi romanzi all’amore sponsale: Manalive (1911) e L’osteria volante (1914).
Padre John O’Connor e padre Brown
Padre Brown è dunque l’opposto di padre John O’Connor, il quale
Non è trasandato, ma piuttosto accurato; non è impacciato, ma molto delicato ed accorto; egli non solo è, ma ha l’aspetto di uno che diverte e si diverte. È un irlandese sensibile e di spirito pronto, con la profonda ironia e un po’ di quella potenziale capacità d’irritarsi che è propria della sua razza.

Il capovolgimento è funzionale agli scopi del suo romanzo poliziesco: inserire nel giallo, fatto per trascorrere il tempo e non pensare, o pensare poco, i gangli vitali del cammino dell’uomo. Nell’insignificante di Brown pone il sommamente significante di O’Connor: la fede, la speranza, la carità, le qualità intellettuali, la perspicacia, il tatto:
Il suo esterno, ordinarissimo, voleva essere in contrasto con la sua attenzione e la sua intelligenza insospettate.

Nel piccolo si fa il grande: è la regola della creazione e della redenzione: non l’ostentazione, ma l’umiltà costituisce il terreno fertile in cui attecchisce e germina l’eterno.
Ed Hercule Poirot…
L’Innocenza di padre Brown è del 1911. Agatha Christie inaugura la serie di Poirot con Poirot a Styles Court, inziato nel 1916 ed edito nel 1920. Forse qualche suggestione…
La prossima e quinta puntata: Sherlock Holmes e Orion Hood, pratica e scienza positiviste.