i Giovedì - Gruppi Chestertoniani Veronesi |
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Medaglia d'oro al miglior giallo
4° Il chiostro di padre Brown
Il vivace ritratto
Come lo studente di Cambridge aveva rinchiuso padre
John O’Connor in un chiostro religioso, così G. K. Chesterton rinchiude padre
Brown nel chiostro del suo corpo, del suo abbigliamento e della sua goffaggine.
Ecco come ce lo presenta il suo creatore in L’assenza del signor Glass.
In questa novella,per la comicità del caso, due
opposti si incontrano: il grande scienziato Orion Hood che, lo vedremo, è la
parodia di Sherlock Holmes, riceve per un consulto nel suo studio padre Brown…
Era una piccola figura goffa e insignificante, ed era
tanto impacciato col suo cappello e l'ombrello in mano, quanto avrebbe potuto
esserlo con un pesante bagaglio. L'ombrello era un nero e prosaico fagotto al di
là di ogni possibilità di restauro; il cappello pure nero dalla larga tesa
incurvata, come usano a volte portarlo i preti inglesi; e l'uomo la vera
personificazione della semplicità e della dabbenaggine.
Il dottore guardò il nuovo arrivato con uno stupore
contenuto, quale avrebbe potuto mostrare se qualche enorme, ma inoffensivo
mostro marino fosse strisciato nella sua stanza, mentre il visitatore guardava
il dottore con occhi lustri e quasi senza respiro…
Il cappello del nostro uomo rotolò sul tappeto, il
pesante ombrello gli scivolò fra le ginocchia; stese la mano per afferrare il
primo, si curvò a raccogliere l'altro, mentre con un inalterabile sorriso della
sua faccia rotonda, parlava come segue:
Il mio nome è Brown, la prego scusarmi. Io vengo
per quell'affare dei MacNabs. Ho sentito dire che Lei spesso aiuta le persone
che si trovano in tali frangenti.
Per dare o negare il suo aiuto il grande scienziato
chiede spiegazioni:
Oh questo è della più grande importanza – …
Sappia che la madre della ragazza non vuole che
essi si sposino.
E
si appoggiò alla spalliera della sedia, raggiante per la ragionevolezza del suo
argomento.
Vede,
essi desiderano sposarsi – disse l'uomo col cappello da prete. – Maggie
MacNab e il giovane Todhunter desiderano sposarsi. Ora, che cosa può esservi più
importante di questo?
Non un omicidio, ma un
matrimonio: nel romanzo giallo entra il romanzo rosa: un rosa a volte sbiadito,
a volte acceso come il rosso dell’amore.
Faccio notare che questo racconto è incluso in La
saggezza di padre Brown, 2° vol. dei racconti, anno 1914: e Chesterton ha già
dedicato due suoi romanzi all’amore sponsale: Manalive (1911) e L’osteria
volante (1914).
Padre
John O’Connor e padre Brown
Padre Brown è dunque l’opposto di padre John O’Connor,
il quale
Non è
trasandato, ma piuttosto accurato; non è impacciato, ma molto delicato ed
accorto; egli non solo è, ma ha l’aspetto di uno che diverte e si diverte. È un
irlandese sensibile e di spirito pronto, con la profonda ironia e un po’ di
quella potenziale capacità d’irritarsi che è propria della sua razza.
Il
capovolgimento è funzionale agli scopi del suo romanzo poliziesco: inserire nel
giallo, fatto per trascorrere il tempo e non pensare, o pensare poco, i gangli
vitali del cammino dell’uomo. Nell’insignificante di Brown pone il sommamente
significante di O’Connor: la fede, la speranza, la carità, le qualità
intellettuali, la perspicacia, il tatto:
Il suo esterno, ordinarissimo, voleva essere in
contrasto con la sua attenzione e la sua intelligenza insospettate.
Nel
piccolo si fa il grande: è la regola della creazione e della redenzione: non
l’ostentazione, ma l’umiltà costituisce il terreno fertile in cui attecchisce e
germina l’eterno.
Ed
Hercule Poirot…
L’Innocenza di padre Brown è del 1911. Agatha Christie inaugura la serie di
Poirot con Poirot a Styles Court, inziato nel 1916 ed edito nel 1920. Forse
qualche suggestione…
La
prossima e quinta puntata: Sherlock Holmes e Orion Hood, pratica e scienza
positiviste.