I Giovedì -
gruppi chestertoniani veronesi
in
dettaglio
CHE INCUBO FU GIOVEDI' -
ottobre 2020 ovvero perché scriverlo e descriverlo?
Istruzioni per la lettura Queste brevi note sono indirizzate a coloro che dopo
avere letto L’Uomo Che Fu Giovedì di G.K. Chesterton si chiedono che storia
sia quella che li ha tenuti legati fino alla fine di una vicenda così
irreale. Gli altri, coloro che non hanno ancora letto, sono pregati di non
dare troppa importanza a queste righe, finché non saranno nella condizione
prevista dopo aver letto il racconto Nelle edizioni italiane più recenti viene malauguratamente trascurato di riportare la dedica a E.C. Bentley, che contiene la chiave per interpretare la vicenda; e ciò che è peggio manca anche il sottotitolo “Un incubo notturno”.
Dedica a E.C. Bentley
Ma
non del tutto senza aiuto tenevamo il forte con le sue bandierine
svolazzanti: alcuni giganti lavoravano in quella nube per alzarla dal
mondo.||Ritrovo il libro che leggemmo, rivivo l’ora che scagliava,||laggiù
da Paumanok a forma di pesce, un grido di cose più monde;||e il Garofano
Verde appassiva poi che, come in foresta incendio che passa,||ruggivano al
vento in tutto il mondo milioni di foglie d’erba;||o, chiara e dolce e
improvvisa come uccello che canti nella pioggia, la verità parlava da
Tusitala e il piacere dal dolore;||si, come uccello nel grigiore, fresco e
vivo e inaspettato,||Dunedin a Samoa parlava, e dal buio spuntava il
giorno.||Ma noi eravamo
giovani;
si viveva per vedere Dio infrangere i loro incantesimi nefandi:||Dio e la
buona repubblica venivano armati all’assalto.||Vedemmo la Cittadella
dell’Anima soccorsa che già barcollava ... Beati coloro che non videro, ma
ciechi credettero. Questo è un racconto di quelle vecchie paure,
perfino di quei vuoti inferni;||e chi se non te potrà capire la verità che
nasconde:||quali dei colossali, vituperosi, possono atterrire gli uomini, e
crollare, ||quali enormi demoni nascondono le stelle, e come essi cadano a
un colpo di pistola. I dubbi che erano così facili da rincorrere, così
terribili da affrontare,||oh, chi li capirà se non tu; si chi li capirà||i
dubbi che tutta la notte ci spingevano infervorati a parlare, ||finché il
giorno albeggiava sulle strade prima che alla nostra mente la luce!||Ora fra
noi, per grazia di Dio, questa verità possiamo dirla:||c’è una forza nella
radice che affonda, c’è del buono nell’invecchiare.||Abbiamo trovato
finalmente le cose comuni, e le nozze ed un credo:||ed ora io posso
scriverne tranquillamente, e tranquillamente puoi leggere tu. L’incubo Nella narrazione l’incubo comincia con l’uscita dal giardino dei due poeti:
quello dell’ordine e quello del caos. Finirà quando la mattina successiva,
dopo una nottata di avventure e discussioni, i due poeti potranno finalmente
scriverne e leggerne tranquillamente. Ma questa frase non è nel racconto
delle avventure ma nel fatto reale cui si riferisce GKC nella dedica. Il
nostro compito quindi è cercare di decifrare quali dubbi angosciosi tra il
bene ed il male vengano risolti in modo da permettere a GKC di giungere alle
cose comuni, alle nozze ed al credo. Poche righe di divagazione sull’anarchia Se
esaminiamo nella sua essenziale semplicità il credo anarchico troviamo una
sua applicazione nella cultura relativista del politicamente corretto dei
nostri giorni. Parecchi anni fa la rivista anarchica consultabile on-line A
presentò l’ideale anarchico con queste poche parole: i Il
punto di partenza è sempre quello: l’assoluta illegittimità di qualsiasi
"arché", di qualsiasi ordine costituito, sia che lo si faccia derivare da
una divinità sia da un contratto sociale. Bisogna partire dalla distruzione
del soggetto e dell’identità Certamente i molteplici movimenti anarchici hanno una varietà di contenuti e
di cultura che non è riconducibile esclusivamente a questo slogan; pur
tuttavia viene da chiedersi se risulti chiaro agli anarchici che questo
scopo è attualmente perseguito anche dal super capitale finanziario mondiale
in accordo con le politiche dell’ONU e dell’UE ed in passato era stato lo
scopo perseguito con altri mezzi sia nei Lager sia nei Gulag sia nei Laogai. La
vicenda Quella definizione viene esplicitata nel corso della discussione per
eleggere chi dovrà diventare il Giovedì del Consiglio Centrale Anarchico
Europeo. Viene, infatti, chiarito che l’anarchico è nemico della religione,
della legge, dell’ordine e della morale pubblica. A
conclusione della riunione al posto del convinto anarchico Gregory verrà
eletto Syme, il poeta dell’ordine che era stato reclutato in un corpo
speciale della polizia, per combattere l’anarchia stessa. La battaglia, a
cui quel reparto si dedica, dovrà essere culturale in quanto, scrive GKC, i
filosofi odiano l’idea stessa di possesso personale e disprezzano il
matrimonio in quanto tale ed odiano la vita stessa. È dall’ambiente
culturale che viene il vero pericolo, non certo dalle ribellioni di uomini
oppressi, che in realtà puntano a costituire un altro ordine sociale, nelle
intenzioni almeno, più giusto. La giovane recluta osserva,
infatti, che alla polizia sono riservati i compiti più ignobili come
tormentare i poveri, ma le ha negato il compito più dignitoso: punire gli
eretici. In altri scritti GKC ha ricordato la differenza che corre tra
ribellione ed anarchia e che i veri anarchici non si trovano tra i poveri,
ma tra i ricchi e potenti.
ii Lo
svelamento Ricevuta la designazione a Giovedì il poliziotto entra come infiltrato nel
Consiglio Centrale dove conosce gli altri membri, tra cui il grosso e
temibile capo Domenica. L’incubo da qui in poi assume un ritmo sempre più
concitato man mano che il nostro poliziotto conosce meglio i componenti del
Consiglio. Decifrare un possibile significato dei diversi giorni della
settimana costituisce il compito delle prossime righe; lo scopo è di
proporre un possibile elenco dei dubbi originari che assillavano Chesterton
e l’amico Bentley. Ciascuno dei membri del Consiglio è l’estremo di un
ragionamento iii, quindi rappresenta bene un principio del quale Gilbert e
Bentley potevano chiedersi se avesse una funzione positiva o negativa per
l’uomo. In altre parole agivano per l’ordine o per il Caos? Erano Virtù o
Vizi? I
tremendi congiurati verranno ad impersonare diversi principi che se vengono
lasciati liberi di agire nella società possono portarla al Caos, ma se
vengono inquadrati in una prospettiva corretta costruiscono l’ordine. Prima
della fine del racconto sarà rivelato che tutti i membri del consiglio
anarchico sono inaspettatamente tutti agenti di quel particolare reparto di
polizia. Tentativo di decifrazione Muovendoci sul sentiero indicato dalla dedica cerchiamo ora di decifrare il
senso dei diversi giorni della settimana. iv Il nazionalismo impersonato da
Gogol-Martedì viene allontanato subito dall’Anarchia perché è difficile da
nascondere. Infatti il patriottismo potrebbe essere considerato sospetto da
un potere imperiale, ma è il principio che più di tutti mira a costruire una
società ordinata; quindi è l’Anarchia stessa a respingerlo. La
neutralizzazione del patriottismo costituisce il primo passo per la
pacificazione dei due amici alla ricerca della stabilità. Poi
sarà la scienza nella persona di de Worms-Venerdì a manifestare l’aderenza
al reparto speciale anti-anarchico. La scienza infatti se da una parte pare
mettere in discussione ciò che è ritenuto certo e quindi portare al
disordine, pure agisce secondo un principio di verità che le è costitutivo
ed opera per affermare e conoscere la verità e quindi è operatrice di
ordine. Il
terzo a far cadere la maschera sarà Bull-Sabato che impersona la malvagità;
ma soltanto togliendo gli occhiali scuri rivelerà dei tratti infantili e
bonari. Non ha infatti la cattiveria una forza radicalmente distruttiva può
fare paura, può fare del male, ma non costituisce una alternativa
all’ordine. Possono la nobiltà e l’orgoglio di classe essere un pericolo per l’ordine?
Il marchese Saint Eustache-Mercoledì può duellare, e anche combattere, ma
non può perdere il riferimento all’ordine o costituito o da costruire; la
sua lealtà gli impedisce di essere dalla parte del Caos. Da
ultimo il Segretario-Lunedì, del quale non si fa il nome, forse in quanto
rappresentante dell’anonima burocrazia. Chi ha avuto scontri con gli uffici,
specialmente quelli pubblici, sa bene che la burocrazia non sempre opera per
l’ordine, ma spesso per affermare principi irrazionali ed incoerenti. La sua
forza però è pur sempre gerarchica e quindi non è necessariamente rivolta ad
operare per il Caos. Lunedì organizza l’attività del Consiglio Anarchico, ma
non essendo una forza determinata al male, condurrà il manipolo di
infiltrati al cospetto di Domenica. Domenica I
sei eroi intraprendono alla fine un inseguimento condotto a rotta di collo e
senza riposo per raggiungere Domenica. Lunedì pone all’ineffabile Domenica
la domanda cruciale che si può porre soltanto a Dio: Siamo venuti per sapere che significa tutto questo. Chi è Lei? Che cosa è?
Perché ci ha portati qui? Sa chi e che cosa siamo? È un mezzo pazzo che
gioca ai cospiratori o un uomo che la sa lunga e che fa il pazzo? Domenica, dopo aver affermato la propria ineffabilità si è avvalso dei più
strani ed incredibili mezzi per fuggire ai cercatori della Verità,
affermando con questo la propria natura trascendente. Quindi è il Principio
Primo della realtà; non il Dio dei cristiani in quanto in quel periodo
Chesterton era panteista e aveva posto il suo senso della divinità nel
dubbio se operi per l’ordine o per il disordine. Ecco perché lo fece
comparire sia come capo dei poliziotti sia come capo degli anarchici. Qual è
il vero Domenica? quello che opera per l’ordine o il capo della cospirazione
anarchica? Nella festa finale Chesterton mostrerà una prima possibilità. I poliziotti
vengono fronteggiati dall’anarchico Gregory che rimprovera loro di essere
tranquilli e fiduciosi. Syme, il nostro Giovedì, risponde ricordando le
sofferenze morali patite dai paladini dell’ordine; ma allora al pensiero che
un Dio possa somministrare dolori e dubbi atroci negli uomini sorge una
domanda risoluta da fare a Domenica: e tu hai sofferto? Infatti soltanto la
sofferenza di Dio può riscattare le sofferenze degli uomini. Razionalmente
sono due le possibilità la prima è quella della gnosi: affermare un Dio
debole, fallibile e crudele. L’altra è quella dell’incarnazione. Chesterton
non fa una scelta: Domenica fornisce soltanto una risposta sibillina valida
sia per l’uomo sia per Dio. La ricerca di Dio non era ancora finita, ma
contemplava un Dio ignoto ed inconoscibile principio primo della realtà. Finale A
quel punto, l’incubo svanisce e Syme rivede la giovane e graziosa ragazza
che aveva salutato prima che iniziasse l’avventura e, finalmente
riconciliato con il poeta anarchico compagno nella ricerca notturna della
Verità e della Bontà, e del rapporto con il mondo, Dio e la vita, può
scrivere e leggere tranquillamente dei dubbi ormai superati. Quei principi
che potevano essere interpretati come alleati del Caos non lo sono
necessariamente ed un Dio provvidente che conosce le sofferenze degli uomini
è il garante dell’ordine possibile. Quando pensa a Domenica Giovedì pensa al mondo intero; ma guardando le cose:
un albero, una nuvola... dichiara che non è la vera nuvola, il vero albero
ecc. ma ne sono il retro. Bisognerebbe allora andare a guardarli dall’altra
parte, per conoscerli realmente. Questa considerazione ha la radice nella
comprensione che lo guarì dalla depressione tutto era magnifico paragonato
al nulla, frase della quale si comincia a capire il significato. Se ogni
cosa è bene per come ci appare, pur tuttavia non potremo afferrarla in pieno
finché non le avremo girato attorno fino a vederla nella sua origine
metafisica. Il passaggio successivo per Chesterton sarà la Fede cristiana
con il principio di creazione. Ricominciamo Poteva sembrare di essere giunti alla fine di queste note, con una
conclusione pacificante; ma chestertonianamente dobbiamo affermare che dopo
aver portato a termine qualcosa la risoluzione migliore da prendere è di
ricominciare il lavoro fatto per cercare di coglierne il significato,
guardandolo di nuovo. La
prima cosa da fare è stendere un breve riassunto per riappropriarci del
lavoro fatto, del percorso adottato per quanto strano e bislacco possa
sembrare. Sulla base della prefazione si è ipotizzato che Bentley e
Chesterton si interrogassero sulla cattiveria del mondo ed in particolare se
le forze principali della società che vedevano operare per il male, lo
facessero necessariamente. Le forze individuate sono: il nazionalismo, la
scienza, la aristocrazia, la malvagità, la burocrazia, e la poesia
(quest’ultima assolta fin dall’inizio), una volta che furono vagliate ed
esaminate, rivelarono i loro aspetti positivi, ed i due amici poterono alla
fine scriverne tranquillamente. Anche noi potremmo adesso ritenerci soddisfatti, ma se vogliamo seguire
Chesterton non possiamo fermarci qui. Nelle prime pagine del terzo capitolo
di Ortodossia ci mette in guardia contro le virtù cristiane che devastano il
mondo in quanto vagano isolatamente. Quindi il male del mondo non proviene
soltanto dalle malvagità, ma anche dalla bontà incontrollata. La vita
virtuosa infatti consiste nell’esercizio di tutte le virtù e non
nell’esercizio estremizzato di una sola. È
altrettanto certo che i sei principi ricordati, quando siano volti al male
contemporaneamente in un uomo od in una cultura, si potenziano e portano a
conseguenze nefaste. Si pensi ad esempio alle conseguenze a cui ha portato
il nazismo che fu un impasto di nazionalismo, di scientismo, di malvagità e
di burocrazia. Si pensi anche che i tentativi più forti di limitarlo e di
combatterlo dall’interno furono portati da membri dell’aristocrazia
militare, mossi anche da valori cristiani. La tentazione dell’aristocrazia,
un altro dei fattori di rischio sociale, in questo caso tentò di contrastare
il male. Ma
pensiamo più semplicemente a come si potenzino il vizio del fumo e del bere
(non il loro esercizio moderato sotto il controllo della temperanza). La
nicotina è un vasocostrittore e l’alcole un vasodilatatore Quale migliore
accoppiamento di vizi per ottenere l’impressione del benessere. O anche ai
peccati opposti dell’invidia e della gelosia ed a quali forme di
accaparramento porta la loro compresenza nella coscienza di una persona che
risulta invidiosa delle ricchezze e felicità altrui e gelosa delle proprie. Quindi se le diverse virtù quando stanno assieme si potenziano, lo stesso
fanno anche i vizi. Quelle per il bene, questi per il male. i A
Rivista Anarchica marzo 1999, anno 29, numero 252 pag.29
http://www.arivista.org/?nr=252&pag=29.htm#box
ii
G.K. Chesterton “Eugenetica e Altri Malanni” ed. Cantagalli Siena 2008. Si
veda il terzo Capitolo “L’Anarchia dall’Alto” pagina 77 e seguenti
Verona 10
ottobre 2020 |