I Giovedì - gruppi chestertoniani veronesi in dettaglio |
IL
POZZO E LE POZZANGHERE di G.K. Chesterton (The
Well and the Shallows – 1935) Nel
giugno del 2007 padre Jan Boyd tenne a Verona una conferenza su GKC nella
quale confrontò le due immagini di Chesterton usualmente presentate come
contrapposte e relative al periodo iniziale ed a quello finale della sua
carriera letteraria. Ribadiva come il periodo iniziale era ritenuto più
positivo e creativo, mentre quello finale era considerato come bloccato da
una vena polemica di difesa della Chiesa Cattolica. A
questa raccolta GKC premette una breve ed amara comunicazione nella quale
riconosce il fallimento della sua attività di scrittore; ricorda infatti
come avesse proposto all’editore di intitolarla “Scherzi a Parte” ma
di aver dovuto cambiare il titolo per evitare che i lettori pensassero (e
non è paradossale) che si trattasse ancora di scherzi. Ma, e questo non
lo dice, GKC non aveva mai scherzato, era stato anzi più serio laddove
sembrava maggiormente che scherzasse, come se la verità che aveva da
comunicare fosse troppo alta per poterla dire con la goffaggine della
serietà con la quale parliamo dei nostri interessi e dei nostri gusti.
Nel Giovedì infatti aveva contrapposto la violenza con cui si manifesta
la forza moderata alla leggerezza con cui si manifesta la forza suprema. Il
senso infatti delle polemiche degli ultimi anni risiede nel desiderio di
spiegare a noi, distratti lettori, che aveva parlato seriamente già
allora. Questi richiami sono a volte impliciti ed a volte espliciti. A
questa categoria appartiene sicuramente il titolo che richiama le
pozzanghere. Queste erano comparse ne “l’Uomovivo”, in occasione
della disputa con il filosofo scettico, in quel fulminante paragone posto
tra il pensiero accademico (cioè serio e meditato) e le pozzanghere:
sembrano tutti riflettere l’infinito, ma in realtà sono limacciosi e
poco profondi. Nel finale della settima delle sei conversioni (è proprio
così) richiama questa metafora dopo aver fatto presente come il pensiero
moderno sia talvolta capace di porre delle domande profonde ma comunque
dia delle risposte “spesso decisamente vuote”. Alla fine di questo
articolo lamenta come si sia abbandonato il pozzo nel quale sta la verità
per le più comode ed illusorie pozzanghere Il
primo dei saggi inizia con una polemica stilistica apparentemente futile
sull’uso delle allitterazioni, ma che poi diventa via via più
coinvolgente arrivando a trattare il perché della comunicazione e quindi
dello scrivere. Nell’articolo
dedicato al “Ritorno della Religione” GKC esamina il confronto tra
fede cristiana e scetticismo dal punto di vista della lotta per la
sopravvivenza di ascendenza darwiniana. Il punto di scontro scelto è il
matrimonio o meglio i motivi per i quali i coniugi dovrebbero difenderlo,
nonostante le difficoltà che porterebbero facilmente alla separazione. Da
una parte una concezione forte che guida a superare le numerose occasioni
di attrito che inevitabilmente si producono nella vita in comune e
dall’altra una concezione che basa la convivenza soltanto sullo stato
d’animo mutevole e transeunte. Osserva GKC come questa seconda visione
non solo sia inadatta a condurre matrimoni ma anche a costruire qualsiasi
altra realtà e quindi è destinata a scomparire, lasciando sopravvivere
la concezione religiosa. Questo
articolo a ben vedere non dice nulla di diverso da quanto aveva già
affermato nei primi capitoli di Ortodossia rispetto ai quali l’unico
apporto consistente è compreso nelle argomentazioni del capitolo delle
sei (o sette) conversioni. Un
rilievo politicamente più interessante è contenuto nell’articolo nel
quale si dichiara nostalgico delle vecchie colline inglesi deturpate
dall’introduzione delle linee ferroviarie. Il pensiero, nell’Italia
del 2012, corre immediatamente alla polemica a cui stiamo assistendo tra
coloro che sono favorevoli all’ammodernamento della rete ferroviaria
italiana e coloro che ne sono contrari. Questi ultimi adducono
argomentazioni analoghe a quelle di GKC ed inducono il lettore a figurarsi
il nostro corpulento giornalista alla testa dei presidi no-TAV; al
contrario se teniamo presente l’uso che GKC faceva del treno (era stato
Belloc a compiere il pellegrinaggio a Roma a piedi), la meraviglia che
nell’Uomovivo esprime per la precisione delle ferrovie sotterranee,
esempio della sorprendente stabilità del mondo che non è garantita a
priori, al divertente scherzeggiare sul mondo dei naturisti fatto ne
“l’Osteria Volante”, allora ci rendiamo conto di come il nostro non
sia inquadrabile facilmente nelle polemiche spicciole che ci riguardano. Considerare
piuttosto la complessità e multiformità con cui esprime la propria opera
sulla pagina stampata ci fa apprezzare i suoi insegnamenti, il primo dei
quali ed il principale possiamo descrivere come : “pensare fuori dagli
schemi” nella fattispecie sia quello industrialista per il quale è bene
tutto ciò che aumenta le presenza dell’uomo, sia quello naturista per
il quale tutto ciò è male. Se
abbiamo ben inteso che questo era il suo insegnamento, possiamo
comprendere lo scandalo che fece sorgere nella cultura a lui contemporanea
quando aderì con la sua generosità e possanza intellettuali a quella
Chiesa che alla cultura corrente (dei suoi e dei nostri tempi) appariva
come la più rigida per la sua struttura gerarchica e dogmatica. Possiamo
trovare la composizione di questa apparente contraddizione tonando ad
Ortodossia. Nell’ultimo capitolo GKC racconta di un’isola circondata
da un alto muro sulla quale giocavano alcuni bambini felici della loro
libertà; successe poi che il muro fu demolito e come conseguenza
immediata i bambini cessarono di giocare e si ritrovarono atterriti ed
immobili al centro dell’isola. Se integriamo l’insegnamento con la
scelta di vita di GKC possiamo riassumere la proposta di dotarci di alte
mura che ci difendano dal pericolo principale della perdita del senso
(epoca di non comune perdita di senso uncommon
non-sense) e poi di giocare liberamente all’interno di queste mura
con le nostre cose (TAV e no-TAV) ben sapendo che siamo come bambini che
si trastullano con i giocattoli.
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