I Giovedì - gruppi chestertoniani veronesi               il metodo
Indagine sulla sistematicità di Chesterton    pagina 3

         

Perdonatemi questo accesso di vanità che, sfruttando il fatto di essere il titolare di questo sito, vi propino.
Soprattutto perdonatemi se contravvengo alla mia abituale stringatezza e mi dilungherò nello scrivere.


Per prima cosa voglio comunicarvi la piacevolmente strana impressione che ho avuto leggendo in questi giorni gli attenti interventi che mi avete inviato. Sono tornato con il pensiero a quei momenti degli ultimi anni del secolo sorso in cui assieme a Fabio Trevisan decisi di costituire il primo gruppo chestertoniano. Erano tempi nei quali i racconti di Padre Brown erano gli unici titoli di Chesterton conosciuti. Sono stati quelli degli anni difficili in quanto si faceva fatica a trovare qualche copia delle opere del nostro anche cercando sul mercato del libro usato.

Ora dopo venti anni troviamo citazioni del nostro su svariati giornali e le vediamo uscire dalle più varie penne di giornalisti. Allora non avremmo certamente pensato che ci saremmo trovati poi a condividere un lavoro di ricerca come quello che stiamo facendo qui e che testimonia che la nostra iniziativa non è stata futile o anacronistica. Fine dell’intrusione.

 

Torniamo a noi. Mi sembra opportuno fare il punto della situazione, soprattutto perché dato che conosco ed apprezzo tutti gli intervenuti, può essere necessario chiarire alcuni aspetti terminologici, allo scopo di evitare dei fraintendimenti che vedo profilarsi all’orizzonte.

 

Il Dizionario Critico di Filosofia (noto come Lalande dal nome del curatore) riporta questa definizione di sistema:

insieme di idee scientifiche o filosofiche logicamente coerenti, ma in quanto considerate nella loro coesione più che nella loro verità.

 

San Tommaso con le due Summe si era posto lo scopo di essere sistematico (diciamo ordinato e completo) anche nell’esposizione, ma per il giornalista Chesterton, che si guadagnava da vivere scrivendo quotidianamente anche più articoli, l’esposizione del pensiero non poteva che essere frammentaria ed occasionale.

È indubbio però, almeno per noi, che avesse un sistema; ed è quello che stiamo cercando di descrivere. Vediamo che risultati abbiamo raggiunto.

 

Prima di tutto l’apporto metodologico di Girimondo per il quale un principio può essere considerato universale soltanto se applicabile ai quattro ambiti della vita umana:

 

La CULTURA, intesa come ricerca della verità e del senso della realtà

 

La POLITICA, intesa come convivenza umana

 

Il LAVORO, inteso come espressione della propria personalità

 

L’ AMORE, inteso come ricerca di completezza personale

 

Altrimenti è valido solo localmente.

 

Fino a questo momento possiamo elencare 7 principi che sono stati formulati così:

 

A) Tutto è magnifico paragonato al nulla.

B) Le cose comuni a tutti gli uomini sono più importanti di quelle particolari ai singoli uomini.

C) Si devono tenere le contrapposizioni dando loro significato e non compensarle in una aurea mediocrità.

D) La realtà è più importante delle descrizioni.

E) Lo stupore, l’unità, cioè, del familiare e dell’inconsueto,

 F) L’esaltazione della vita,

 

Su questi e sugli altri che verranno proposti sarà bene applicare il crivello di Girimondo con i quattro ambiti.

 

Padre Caloi ha posto alla base del sistema di Chesterton quelli che mi permetto di chiamare i due metaprincipi: il realismo ed il buon senso, ai quali mi permetto di aggiungere il senso comune.

Questi costituivano l’orizzonte entro il quale Chesterton agiva e scriveva. Anche i suoi diretti competitori e cioè GB Shaw e HG Wells mi sembra che condividessero questo orizzonte; al contrario nel mondo d’oggi pare che siano stati dimenticati. GKC previde tempi nei quali si dovranno difendere principi logici (come 2+2=4) e fatti materiali (come il colore dell’erba). Siamo giunti a quel tempo.

 

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